The Ugly Duckling #19
Buongiorno a tutti,
Vorrei dedicare il post di questa settimana ad una favola
pubblicata per la prima volta l'11 novembre 1843:
Il Brutto Anatroccolo
di Hans Crhistian Andersen.
L'estate era iniziata; i campi agitavano le loro spighe
dorate, mentre il fieno tagliato profumava la campagna.
In un luogo appartato, nascosta da fitti cespugli vicini ad
un laghetto, mamma anatra aveva iniziato la nuova cova.
Siccome riceveva pochissime visite, il tempo le passava
molto lentamente ed era impaziente di vedere uscire dal guscio la propria
prole… finalmente, uno dopo l'altro, i gusci scricchiolarono e lasciarono
uscire alcuni adorabili anatroccoli gialli.
- Pip! Pip! Pip! Esclamarono i nuovi nati, il mondo è grande
ed è bello vivere!-
- Il mondo non finisce qui,- li ammonì mamma anatra,- si
estende ben oltre il laghetto, fino al villaggio vicino, ma io non ci sono mai
andata. Ci siete tutti? - Domandò.
Mentre si avvicinava, notò che l'uovo più grande non si era
ancora schiuso e se ne meravigliò.
Si mise allora a covarlo nuovamente con aria contrariata.
- Buongiorno! Come va? - Le domandò una vecchia anatra un
po' curiosa che era venuta in quel momento a farle visita.
- Il guscio di questo grosso uovo non vuole aprirsi, guarda
invece gli altri piccoli, non trovi che siano meravigliosi?-
- Mostrami un po' quest'uovo. - Disse la vecchia anatra per
tutta risposta. - Ah! Caspita! Si direbbe un uovo di tacchina! Ho avuto anche
io, tempo fa, Questa sorpresa: Quello che avevo scambiato per un anatroccolo
era in realtà un tacchino e per questo non voleva mai entrare in acqua.
Quest'uovo è certamente un uovo di tacchino. Abbandonalo ed insegna piuttosto a
nuotare agli altri anatroccoli!-
- Oh! Un giorno di più che vuoi che mi importi! Posso ancora
covare per un po'. - Rispose l'anatra ben decisa.-
- Tu sei la più testarda che io conosca! - Borbottò allora
la vecchia anatra allontanandosi.
Finalmente il grosso uovo si aprì e lascio uscire un grande
anatroccolo brutto e tutto grigio.
- Sarà un tacchino! - Si preoccupò l'anatra. - Bah! Lo saprò
domani!-
Il giorno seguente, infatti, l'anatra portò la sua piccola
famiglia ad un vicino ruscello e saltò nell'acqua: gli anatroccoli la seguirono
tutti, compreso quello brutto e grigio.
- Mi sento già più sollevata, - sospirò l'anatra, - almeno
non è un tacchino! Ora, venite piccini, vi presenterò ai vostri cugini.-
La piccola comitiva camminò faticosamente fino al laghetto e
gli anatroccoli salutarono le altre anatre.
- Oh! Guardate, i nuovi venuti! Come se non fossimo già
numerosi!… e questo anatroccolo grigio non lo vogliamo! - Disse una grossa
anatra, morsicando il poverino sul collo.-
- Non fategli male! - Gridò la mamma anatra furiosa - E'
così grande e brutto che viene voglia di maltrattarlo! - Aggiunse la grossa
anatra con tono beffardo.- E' un vero peccato che sia così sgraziato, gli altri
sono tutti adorabili, - rincarò la vecchia anatra che era andata a vedere la
covata.
- Non sarà bello adesso, può darsi però che, crescendo ,
cambi; e poi ha un buon carattere e nuota meglio dei suoi fratelli, - assicurò
mamma anatra, -
-La bellezza, per un maschio, non ha importanza, - concluse,
e lo accarezzò con il becco - andate, piccoli miei, divertitevi e nuotate
bene!-
Tuttavia, l'anatroccolo, da quel giorno fu schernito da
tutti gli animali del cortile: le galline e le anatre lo urtavano, mentre il
tacchino, gonfiando le sue piume, lo impauriva.
Nei giorni che seguirono, le cose si aggravarono: il fattore
lo prese a calci e i suoi fratelli non perdevano occasione per deriderlo e
maltrattarlo.
Il piccolo anatroccolo era molto infelice. Un giorno, stanco
della situazione, scappò da sotto la siepe.
Gli uccelli, vedendolo, si rifugiarono nei cespugli.
"sono così brutto che faccio paura!" pensò l'anatroccolo.
Continuò il suo cammino e si rifugiò, esausto, in una palude
abitata da anatre selvatiche che accettarono di lasciargli un posticino fra le
canne.
Verso sera, arrivarono due oche selvatiche che maltrattarono
il povero anatroccolo già così sfortunato.
Improvvisamente, risuonarono alcuni spari… le due oche
caddero morte nell'acqua! I cacciatori, posti intorno alla palude, continuarono
a sparare. Poi i lori cani solcarono i giunchi e le canne. Al calar della
notte, il rumore cessò.
Il brutto anatroccolo ne approfittò per scappare il più
velocemente possibile. Attraversò campi e prati, mentre infuriava una violenta
tempesta. Dopo qualche ora di marcia, arrivò ad una catapecchia la cui porta
era socchiusa.
L'anatroccolo si infilò dentro: era la dimora di una vecchia
donna che viveva con un gatto ed una gallina. Alla vista dell'anatroccolo, il
micio cominciò a miagolare e la gallina cominciò a chiocciare, tanto che la
vecchietta, che aveva la vista scarsa, esclamò:
- Oh, una magnifica anatra! Che bellezza, avrò anche le
uova… purché non sia un' anatra maschio! Beh, lo vedremo, aspettiamo un po'!-La
vecchia attese tre lunghe settimane… ma le uova non arrivarono e cominciò a
domandarsi se fosse davvero un'anatra! Un giorno, il micio e la gallina, che
dettavano legge nella stamberga, interrogarono l'anatroccolo:
- Sai deporre le uova? - domandò la gallina;
- No… - rispose l'anatroccolo un po' stupito.
- Sai fare la ruota? - domandò il gatto;
- No, non ho mai imparato a farla! - rispose l'anatroccolo
sempre più meravigliato.
- Allora vai a sederti in un angolo e non muoverti più! -
gli intimarono i due animali con cattiveria.Improvvisamente, un raggio di sole
e un alito di brezza entrarono dalla porta.
L'anatroccolo ebbe subito una grande voglia di nuotare e
scappò lontano da quegli animali stupiti e cattivi.
L'autunno era alle porte, le foglie diventarono rosse poi
caddero.
Una sera, l'anatroccolo vide alcuni bellissimi uccelli
bianco dal lungo collo che volavano verso i paesi caldi. Li guardò a lungo
girando come una trottola nell'acqua del ruscello per vederli meglio: erano
cigni! Come li invidiava!
L'inverno arrivò freddo e pungente; l'anatroccolo faceva
ogni giorno un po' di esercizi nel ruscello per riscaldarsi. Una sera dovette
agitare molto forte le sue piccole zampe perché l'acqua intorno a lui non
gelasse: ma il ghiaccio lo accerchiava di minuto in minuto… finché, esausto e
ghiacciato, svenne.
Il giorno seguente, un contadino lo trovò quasi senza vita;
ruppe il ghiaccio che lo circondava e lo portò ai suoi ragazzi che lo
circondarono per giocare con lui. Ahimè, il poveretto ebbe una gran paura e si
gettò prima dentro un bidone di latte e poi una cassa della farina. Finalmente
riuscì ad uscire e prese il volo inseguito dalla moglie del contadino.
Ancora una volta il brutto anatroccolo scappò ben lontano
per rifugiarsi, esausto, in un buco nella neve.
L'inverno fu lungo e le sue sofferenze molto grandi… ma un
giorno le allodole cominciarono a cantare e il sole riscaldò la terra: la
primavera era finalmente arrivata!
L'anatroccolo si accorse che le sue ali battevano con molto
più vigore e che erano anche molto robuste per trasportarlo sempre più lontano.
Partì dunque per cercare nuovi luoghi e si posò in un prato fiorito. Un salice
maestoso bagnava i suoi rami nell'acqua di uno stagno dove tre cigni facevano
evoluzioni graziose. Conosceva bene quei meravigliosi uccelli! L'anatroccolo si
lanciò disperato verso di loro gridando:
- Ammazzatemi, non sono degno di voi!-
Improvvisamente si accorse del suo riflesso sull'acqua: che
sorpresa! Che felicità! Non osava crederci: non era più un anatroccolo grigio…
era diventato un cigno: come loro!!
I tre cigni si avvicinarono e lo accarezzarono con il becco
dandogli così il benvenuto, mentre alcuni ragazzi attorno allo stagno
declamavano a gran voce la sua bellezza e la sua eleganza.
Mise la testa sotto le ali, quasi vergognoso di tanti
complimenti e tanta fortuna: lui che era stato per tanto tempo un brutto
anatroccolo era finalmente felice e ammirato.
Bello!!!!! Sia l'idea di ricordare la storia al mondo, che oggigiorno da etichette a destra e a manca, ma soprattutto il disegno!!! GOODJOB!!!
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